Oggi Guglielmo Epifani sul Corriere della Sera:

“Quando si tratterà  di discutere di previdenza col governo è evidente che questa volta, molto più che nel passato, non si potrà  usare, rispetto all’età  lo stesso criterio per condizioni di lavoro troppo diseguali tra loro. Non tutti i lavori sono uguali nei confronti dell’età  per il pensionamento.”

In altre parole: lavoro logorante = età  di pensionamento più bassa. Tutto sommato mi sembra ragionevole anche se il difficile sarà  dimostrare che cosa significa “logorante” oggi. Con l’adozione del sistema contributivo (che sostituirà  quello retributivo) agli operai toccherà  comunque fare bene i propri conti. Ma a parte questo, per non sbilanciare il delicato equilibrio dei conti pubblici sarà  pronto il sindacato a sostenere anche il contrario, ovvero che per il lavoro che non logora (intellettuale?) l’età  di pensionamento dovrà  essere più alta?

Esistono tre tipologie di clienti che danneggiano gravemente il lavoro autonomo e consulenziale:

  1. le imprese che pagano a babbo di morto, utilizzando il sistema dei buoni d’ordine. In gran parte sono multinazionali o in generale società  che usano sistemi di amministrazione basati sul software (come Siebel, Sap ecc..). Pagano a lavori conclusi [nessun anticipo è consentito] e soltanto dopo avere emesso un buono d’ordine che giustamante rilasciano a distanza di un mese (e oltre) dalla chiusura del lavoro. Il buono d’ordine è infatti necessario per emettere la fattura che altrimenti sarebbe irricevibile (cioè viene respinta in automatico se non riporta questo numerino). Il pagamanto previsto nel 99% dei casi è a 90 giorni a fine mese dalla data della vostra sudata fattura (sob);
  2. le società  che pagano sommando queste tre regole: 1) in base alla quantità  di lavoro svolto, contando con il misurino (pagano cioè a cottimo, anche se questa formula è fuorilegge); 2) pagano pochissimo, giustificando il prezzo così basso [che è praticamente impossibile trattare] con la gloria che deriva al fornitore per avere svolto un’attività  a servizio di simili luminari delle umani sorti e progressive; 3) non garantiscono nessun minimo in base nessun tipo di arco temporale;
  3. quelli che chiedono con urgenza di svolgere un lavoro e non hanno tempo di contrattare la tipologia di prestazione (tipo di intervento e costi) e poi si accorgono di non sapere neppure loro di che cosa hanno bisogno. Si affidano ciecamente al fornitore che cava loro le castagne dal fuoco e infine si dimenticano [o meglio, hanno buon gioco a rimuovere le proprie inefficienze] di voi o di stanziare budget per queste urgenze o ancora peggio considerano il lavoro svolto come incluso in immaginari forfait magari di un paio di anni prima o di un prossimo lavoro ancora da concordare;

Sarebbe interessante se le tre tipolgie di clienti stabilissero tra loro rapporti di fornitura. Forse già  lo hanno fatto, ma usano regole del tutto diverse per tutelarsi dagli avvocati delle rispettive imprese.

Cd Rom sul Lavoro NeroSegnalo a chi si occupa di politiche attive per il lavoro, agli studenti universitari, ricercatori e giornalisti che vogliono tenere traccia dell’evoluzione normativa e delle indagini statistiche in materia di lavoro nero ed economia sommersa il nuovo Cd-Rom “Il lavoro irregolare in Italia e in Europa” realizzato dal gruppo di ricercatori del progetto Rete Europe per l’Emersione del Lavoro non regolare. àˆ  molto ben fatto sotto il profilo della raccolta di documentazione tecnica (leggi italiane ed europee, ricerche, studi ecc.). Si trovano anche alcuni tutorial multimediali utili, per esempio, agli addetti dei Centri per l’Impiego o delle Agenzie per il lavoro.