Merce da somministrare, mercato a cui vendere qualcosa (corsi, per esempio), elettori a cui promettere o semplici numeri. Ai lavoratori in Italia macava soltanto di diventare pubblico televisivo, una cosa che altrove accade già  da tempo ma che da noi – a parte qualche programma su satellite o, su Tv generalista, qualche format di orientamento politicamente corretto, ma poco politicamente subito tagliato – non aveva ancora provato a fare nessuno. Ieri ci ha provato La7 con Il Contratto – Gente di Talento, nuovo programma che mette in palio un posto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.

Il Contratto - Gente di Talento

Giudizio a caldo: presentatrice non preparata sul tema; format spudoratamente centrato sull’azienda che assume (ieri era Monster), che più che fare employer branding sembra faccia product placement; Michel Martone persona troppo intelligente per quel circo; la consulente filosofica appare più che essere; il direttore di HR Community una vecchia falsa-timida volpe, che ha fatto un terno al lotto con tanto di sponda su Panorama; il coach un buon cameriere; concorrenti troppo timorosi, forse scelti proprio per questo, mica che a metà  serata qualcuno pianti qualche grana. Sputtanata tra le altre cose anche la parola “talento”.

In definitiva, programma per fare ascolti, guadagnare visibilità  aziendale,e soprattutto vendere anche in tv (non bastavano Confindustria, sindacati o Tremonti) il topos unico del nostro immaginario lavorativo, ovvero il posto fisso. Così come i salari si contrattano con una buona disoccupazione in circolazione, anche il lavoro dipendente si vende meglio se il traguardo diventa un premio.

P.S. Il miglior commento (collettivo) in circolazione sul programma resta il magnifico post di Spinoza.it “Teledipendenti” (cit.: La trasmissione di La7 metterà  in palio un posto di lavoro. Hanno promesso un milione di puntate).

Puntata ieri di “Così stanno le cose” (La7) dedicata ai lavoratori senza tredicesima, con approfondimento sulle partite IVA. Per l’intero corso del programma la conduttrice ha cercato di fare passare il messaggio che le partite IVA fossero in prevalenza lavoratori dipendenti mascherati. Per l’intero corso della puntata tutti i suoi ospiti e gli interventi di Adele Olivieri, Salvo Barrano e Giulio Marini, hanno invece dichiarato esattamente il contrario. Persino la sindacalista di Nidil CGIL.

Ma è così difficile raffigurare una realtà  che cambia e il mondo del lavoro professionale autonomo senza ricadere nello stereotipo del “mancato dipendente” o del “precario”?

Giulio Marini - La7 Così stanno le cose